La bradicinesia, ovvero la lentezza nei movimenti, e la rigidità muscolare, entrambi sintomi caratteristici della malattia di Parkinson,
hanno un'evoluzione indipendente e rispondono in maniera diversa ai trattamenti nel corso del tempo.
È quanto hanno scoperto i ricercatori dell'Università Sapienza di Roma.
Prima dei risultati di questa nuova ricerca si pensava infatti che bradicinesia e rigidità fossero strettamente correlati tra loro.
Questa terapia prevede l'inserimento di elettrodi all'interno del cervello in grado di regolare il funzionamento di alcuni circuiti nervosi attraverso impulsi elettrici,
migliorando i disturbi tipici della malattia di Parkinson. Una sorta di "pacemaker" per il sistema nervoso.
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