I primi segnali del morbo di Alzheimer possono essere rilevati quasi 20 anni prima che si manifestino i caratteristici sintomi della malattia.
Nel corso di questo lungo periodo, secondo un nuovo studio, la variazione nella concentrazione di determinate proteine e le alterazioni nel tessuto cerebrale
compaiono in sequenza e a tappe definite, fino a sfociare nella condizione patologica.
Lo studio multicentrico con migliaia di partecipanti si è svolto fra gennaio 2000 e dicembre 2020.
In questo arco temporale una parte dei volontari è stata sottoposta a una serie di esami regolari (ogni due o tre anni).
I ricercatori hanno messo a confronto e abbinato i casi di 648 individui che hanno mantenuto una cognizione sana (gruppo di controllo) con 648 persone che,
durante il periodo di follow-up durato esattamente 19,9 anni, si sono ammalati di Alzheimer.
In questo modo, analizzando e abbinando i risultati degli esami condotti a intervalli regolari, è stato possibile determinare in quale momento e in che modo si sono manifestati i biomarcatori della neurodegenerazione, fino alla comparsa del declino cognitivo e alla diagnosi di demenza.
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