Diversi studi hanno già dimostrato che frammenti piccolissimi di plastica possono entrare nel nostro corpo, nel sangue e in diversi organi vitali,
tra cui il cervello, superando la barriera protettiva emato-encefalica, arrivando ad aggredire in singoli neuroni.
Uno studio ha scoperto che le nanoplastiche sono anche in grado di causare malattie particolarmente gravi, fino ad indurre cambiamenti nel nostro cervello.
Questi sarebbero simili a quelli che produce il Parkinson e altre forme di demenza.
Le nanoplastiche possono interagire con una proteina chiamata alfa-sinucleina, arrivando a cambiarla.
Il cambiamento in questione favorisce l'aggregazione di proteine in grande quantità nei neuroni, che è una situazione tipica riscontrabile nel morbo di Parkinson.
Normalmente l'alfa-sinucleina è riciclata dalle cellule nervose, se in quantità sostenibile, ma quando la proteina si aggrega il meccanismo si interrompe o funziona male.
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